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Catacombe di Domitilla

Le catacombe di Domitilla, dette anche “Catacombe dei Santi Nereo e Achilleo", sono site a Roma in Via delle Sette Chiese e rappresentano un ampio luogo sepolcrale, originariamente di tipo domestico, e precisamente appartenente a Domitilla, moglie del console Flavio Clemente.

Dallo studio dei resti ritrovati si deduce che le prime costruzioni relative ad esse risalgono al III° secolo, mentre nel IV° e V° secolo si svolge unʼopera di modifica, ma soprattutto di ampliamento.

A causa dei danni, recati dal terribile terremoto dellʼ897, la Basilica dei Santi Nereo e Achilleo - costruita nel 390 vicino ai sepolcri dei medesimi - è stata restaurata, e dal punto di vista architettonico presenta queste caratteristiche: 3 navate e 4 colonne per lato.

Procedendo per la chiesa e giungendo al suo termine, si può accedere alle Catacombe; questʼultime si presentano lunghissime, con una serie di gallerie sotterranee ospitanti le varie tombe, che fino al IV secolo assolvono il compito di celebrazione del culto dei defunti - con delle vere e proprie commemorazioni liturgiche.
In seguito, invece, questi luoghi sepolcrali modificano la loro originaria funzione e diventato dei santuari, dove celebrare e
commemorare il culto dei martiri.

Le Catacombe di Domitilla sono state scoperte nel lontano 1593 da Antonio Bosio - il primo esploratore moderno dei cimiteri - che esprime con timore la sua visita presso le gallerie sotterranee e che, erroneamente, pensa di essere in una parte della catacomba si
San Callisto; sarà nellʼ800 che il fondatore dellʼarcheologia cristiana, De Rossi, dimostrerà che in realtà si trattava delle catacombe di Domitillia.

Epoca: Cristiana