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Lago di Nemi

Il Lago di Nemi è un piccolo lago di origine vulcanica ubicato tra Genzano di Roma e Nemi, nel cuore dei Castelli Romani.

Tutta l'area è ricca di storia perché sin dall'epoca degli antichi romani il lago era un frequentato luogo di villeggiatura e divertimenti dove era presente anche un bosco con un grande tempio dedicato al culto della dea Diana (Nemus Dianae).

Il lago di Nemi ha un emissario artificiale (lungo circa 1600 mt e largo poco meno di 1 metro) che fu costruito dagli abitanti della zona all'inizio dell'epoca romana per bonificare le sponde del lago (allora paludose) regolando il livello delle acque e garantendo così anche l'irrigazione della sottostante valle di Ariccia.

Sin dai tempi antichi il lago di Nemi è stato oggetto di una leggenda relativa a due immense navi riccamente decorate giacenti sul fondo ed in cui si pensava si trovasse un tesoro favoloso. Tali voci venivano regolarmente avvalorate dal ritrovamento di reperti antichi di cui tutta la zona è ricca; in effetti tali voci avevano un fondamento in quanto sul fondo del lago erano adagiate veramente due navi romane fatte costruire da Caligola che le utilizzava come palazzi galleggianti. Alla morte di Caligola nel 41 d.C., come era d'uso in quei tempi, i suoi nemici fecero distruggere tutte le sue opere tra cui anche le navi di Nemi che furono fatte affondare.

Le navi furono ritrovate solo nel XV secolo e nei secoli seguenti vennero tentati vari recuperi senza esito positivo; solo nel 1932, grazie ad imponenti lavori che portarono allo svuotamento del lago mediante idrovore, le navi furono recuperate e sistemate in un museo sulla sponda nord del lago. È da notare che dopo tale intervento, il livello del lago non tornò mai più a quello originale.

Le navi andarono poi distrutte in un incendio (forse doloso) nel 1944 e quelle conservate oggi nel museo sono dei modelli ricostruiti in scala 1:5 in base a disegni tecnici fatti all’epoca del recupero. Nel museo sono presenti anche pannelli illustrativi, il materiale che si salvò dall’incendio e alcuni reperti del Tempio di Diana.

L'opera la di ricostruzione delle navi fu intrapresa da una squadra di operai specializzati costituita da maestri d’ascia, calatafari e carpentieri, eredi della migliore tradizione cantieristica navale risalente all’epoca preunitaria, dello Stabilimento di produzione cordami della Marina Militare di Castellammare di Stabia. L'operazione fu possibile perché all’atto del loro recupero dal lago nel 1932, i tecnici del Cantiere stabiese, in considerazione del loro alto livello di professionalità, furono incaricati di predisporre tabelle e relativi disegni che ricalcassero la tecnica costruttiva chenon aveva altri riferimenti. Il cantiere fu fondato, in epoca borbonica, nel 1796 per iniziativa dell'amm. Acton. (Approfondimento a cura di Giuseppe Vollono)

Del grandioso Tempio di Diana Nemorensis invece rimane ben poco; secoli d'incuria e di saccheggi hanno distrutto l'enorme complesso che si stima si estendesse su una superficie di oltre 5.000 m2.

Come tutto il territorio dei Colli Albani, anche la zona del lago di Nemi è ricca di boschi ed aree verdi per cui è possibile fare delle gradevoli e rilassanti passeggiate ammirando lo stupendo panorama e respirando aria non inquinata.

Il lago è raggiungibile agevolmente da Genzano di Roma, mentre la strada che lo collega a Nemi è stretta, piena di curve e spesso interrotta a causa di frequenti piccole frane. La strada che dalla sponda sud del lago risale verso Genzano non è asfaltata ed è percorribile in auto solo con estrema precauzione in quanto molto dissestata.

Sulla riva del lago si trovano due ristoranti: uno è ubicato in prossimità del Museo delle Navi Romane, mentre l'altro è sulla sponda opposta affacciato su una spiagetta molto frequentata nel periodo estivo.

Una veduta del lago di Nemi

Una veduta del lago di Nemi

In breve: Notizie sul lago di Nemi: cenni storici, curiosità ed informazioni utili per una gita.
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Tags: Nemi lago